venerdì 9 novembre 2012

Rientrando a casa...






In volo ho pregato molto per tutte le persone e situazioni che ho incontrato in Italia. Il dialogo con Dio ha una forza che ci fa andare oltre le nostre possibilità e attese. Non solo a certe altezze…anzi quando la preghiera si fa carne e vita nei sottofondi della storia assume una forza tale da ribaltare il mondo e scaravoltare le montagne. 

Quindi la discesa su N’Djamena. Già scendere dall’aereo è sentire l’Africa. Con il suo caldo e i suoi odori. In aeroporto i confratelli a prendermi e la voglia matta di raccontarci questo tempo che Dio ci ha regalato.

Quindi una riunione con amici italiani e via verso il sud. In macchina con Fabio, prete di Vicenza e Cecilia, suora francescana, ci siamo raccontati un po’ di vita. Mi chiedevano: “ Che effetto ti fa tornare e rivedere le case coi tetti in paglia?” Un effetto che disarma, fa rabbia, fa ribollire dentro. Fino a quando continueremo così nel mondo? Gli abissi crescono nel mondo della globalizzazione e dei diritti umani! Siamo seduti sulla ricchezza incalcolabile del petrolio. E la nostra gente vive nella miseria nera. Quella che non dà una dignità minima alla vita. E’ anche vero, per onore alla verità, che la nostra gente è bloccata da una tradizione schiacciante. Chi ha due soldi in mano deve condividerli con tutti. Chi ha una casa migliore degli altri è invidiato da tutti. Al punto che ti fanno la vita impossibile. La nostra gente del sud è invidiosissima. La gelosia straripa. Ecco perché non riescono ad organizzare il lavoro in cooperative di produzione e commercializzazione. Ecco perché non si organizzano per difendere i campi dagli allevatori. Ecco perché rimangono nella miseria nera. Certo sono espropriati e impoveriti da un sistema internazionale (la dittatura della finanza e del denaro! In combutta con i politici corrotti locali) che tiene il paese in ginocchio. Un insieme di elementi cha fa male dentro…

Mi trovo ora, non a caso, a Doba, proprio a due passi dalla stanza di padre Michele Russo, cacciato ormai 25 giorni fa dal paese per aver parlato troppo. Proprio sul petrolio! Tutti qui lo attendono, ma la parole d’ordine è SILENZIO. Ci sarebbe da ribellarsi e invece tutto tace. Il silenzio aiuta certo in certi frangenti della vita, ma mai e poi mai se si fa complice dell’ingiustizia! Parleranno le pietre!

Domani riparto a Moissala e la sera, inshallah, sarò già nei villaggi. Ho una voglia matta di ritornare tra la mia gente al ritmo del Loba Loba.

La missione continua, Dio e il suo Spirito non hanno mai terminato la creazione. Che continua verso un mondo finalmente fraterno e giusto che sta a noi costruire ogni giorno nel nostro piccolo e straordinario quotidiano. Con le mani e i piedi nella mischia locale. Con il cuore e la testa che battono e guardano oltre, verso l’orizzonte globale.

Il Regno di giustizia e pace, quello a cui aneliamo tutti. Quel sogno che portiamo dentro anche se troppo spesso addormentato e indolenzito. Che deve essere risvegliato e riscoperto per liberare finalmente il meglio di noi a servizio dell’umanità nuova.

1 commento:

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