lunedì 17 settembre 2012

Semplicemente vivere


Tre storie di vita al limite del possibile. Tre tra le tantissime a
Moissala. Da raccontare.

Yves, bibliotecario al Centro culturale “Carrefour dei Giovani” a
Moissala, zoppica da una vita. Da piccolo la poliomelite gli ha
regalato una gamba più corta. I suoi 25 anni sono tutti un trascinarsi
e la schiena a pezzi. Non si è mai arreso. Ha fatto la consultazione
con l’equipe “Lo nja tar” del Centro disabili a Moissala ed è partito.
Senza un soldo in tasca, si è sparato 80 km con una bicicletta senza
freni e un manubrio che ti chiedi come fa a stare in piedi. Sotto
l’acqua, dentro il fango. Poi il bus per arrivare a Doba e infine un
passaggio sul nostro Toyota per raggiungere Moundou, dove costruiscono
i rialzi per le scarpe. Gli amici italiani del Gruppo Mission gli
regalano la speranza. Resta 3 giorni in città, mangia le arachidi dei
primi raccolti e non sapendo dove dormire si rifugia all’ospedale
superaffollato spacciandosi per ammalato. Cosa non si fa per vivere!!

Pauline arriva in lacrime dopo la messa a Moissala. Lei, che da una
vita, si occupa dell’accoglienza nella comunità cristiana. La notte
prima i ladri sono entrati in casa e hanno rubato tutto, cioè il
niente che ha. Pentole, pochi vestiti, due capretti e galline. Le è
rimasto solo un maiale e mi ha chiesto di comprarlo per potersi
acquistare un po’ di farina e legumi. Non ho esitato e neanche fatto
il prezzo (come al solito si tira!). Preso il maiale e via…che la
speranza riparte!

Fadil, catechista nel centro di Silambi, si avvicina un giorno e
guardando in basso mi dice che non ha più niente da dare ei suoi figli
per mangiare. In mano ha un gallo e mi chiede di comprarlo. Accetto e
gli do qualche soldo. Si accende il sorriso e scatta al mercato per
acquistare la farina.

La nostra gente non ha tanto da comprare: né azioni, né computer, né
superfluo (che in lingua Mbay non esiste come vocabolo!). Ma ha tutto
da vendere, soprattutto speranza…

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